I siti UNESCO Patrimonio dell’Umanità in provincia di Varese

In un anno dedicato alla ricognizione del territorio, la visita al Museo dei Fossili di Besano in Valceresio, Home Page – Il museo dei Fossili di Besano, ha coronato il percorso compiuto, fisicamente o virtualmente, dal Rotary Club Tradate per prendere consapevolezza dei quattro siti UNESCO, Patrimonio dell’Umanità, presenti nella Provincia di Varese. E’ questo un tesoro assai variegato nella tipologia e nella conoscenza che il pubblico ne ha, ma che permette un viaggio nella storia fino alle epoche più lontane. Se infatti con l’Isolino Virginia del Lago di Varese abbiamo esplorato la preistoria dell’uomo dell’Età del Bronzo, con Torba e Castelseprio l’Alto Medio Evo e salendo al ben noto Sacro Monte di Varese il Basso Medio Evo e l’Età Moderna, con i giacimenti dei fossili degli ittiosauri di Monte San Giorgio, a cavallo con il confine elvetico, siamo sprofondati nelle lontanissione ere della geologia e della paleontologia, fino al Triassico Medio dove le centinaia di milioni di anni, siamo prossimi ai 250, fanno impressione se non addirittura paura solo a nominarle. Essi rappresentano una combinazione di elementi, che, unita agli altri numerosi tesori artistici e naturali del territorio varesino, lo arricchisce aldilà di quanto gli stessi cittadini ne possano essere coscienti.

Quando possibile si è anche fornito un aiuto economico concreto per il restauro del campanile del Santuario del Sacro Monte ad esempio o per la campagna di scavi dell’Università Cattolica a Castelseprio, magari con il sostegno anche di altri Club del Gruppo Seprio, ma ciò che ha fatto da guida è stata la diffusione della consapevolezza delle opportunità di rigenerazione, non solo culturale, del territorio offerte dalla presenza di questi siti, di tipo seriale e quindi coinvolgenti diverse realtà che si estendono dentro e fuori i confini non solo locali ma della stessa nazione italiana. Basti pensare alle vestigia degli antichissimi insediamenti lacustri, che costituiscono la porzione domestica delle 111 località di sei nazioni, appartenenti ai siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, https://www.palafittes.org/, per comprendere quale ragnatela di rapporti si possa costruire su di essa. Oppure quale occasione rappresenti il progetto di ripristino, ormai avviato, del collegamento del sito sommitale del Castrum con il Monastero di Torba a Castelseprio, Home – Parco Archeologico ed Antiquarium di Castelseprio, in grado di attrarre un numero di visitatori che si stima potrà raggiungere a regime i centomila all’anno.

Il riconoscimento UNESCO rappresenta certamente un motivo di orgoglio e un impegno a una conservazione giudiziosa, che contrasti la fragilità insita nei lasciti del passato perché possano conservarsi per le generazioni future, ma è anche uno stimolo a un’attività di studio e di ricerca, affinata da tecniche sempre più avanzate, che rende queste testimonianze vive perché la loro conoscenza si rinnova e si completa in continuazione contribuendo alla vitalità di un territorio e della comunità che lo abita.