Incontriamo Rosalba Velli Saletti già Amministratore della We Walter Srl, società che opera dal 1969 nel settore elettromeccanico dell’energia, da oltre 50 anni leader nella produzione di unità modulari mobili ingegnerizzate.
Ciao Rosalba, noi ci conosciamo da diverso tempo e il nostro primo incontro, (lo ricordo bene!) risale al 2015: io giovane rotariano mi apprestavo alla presidenza del club, tu nell’importante ruolo di segretario distrettuale. Ho sempre trovato estremamente affascinante il tuo modo gentile – eppure così determinato – di affrontare le situazioni più diverse. Anche per questo, non te lo nascondo, sono davvero curioso di approfondire la tua conoscenza.
Iniziamo dal momento in cui hai preso in mano le redini dell’azienda…
Purtroppo quel momento coincide con un periodo non semplice della mia vita. Era il 2001 e avevo appena perso mio marito, il fondatore della nostra azienda. Con lui nel 1969, appena sposati, abbiamo costruito il primo quadro elettrico nel box di casa.
La sua perdita mi ha fatto pensare al senso di ciò che ci aveva lasciato, alle famiglie delle persone che lavoravano con noi, ai miei figli che già immaginavo avrebbero potuto crescere in azienda… Ho cercato di dare un senso al mio dolore, a tutto quello che mio marito aveva costruito. Ho coinvolto alcuni responsabili di reparto, dando loro maggiori responsabilità. Salvare il lavoro di tutte quelle persone e realizzare la visione di mio marito sono stati il mantra degli anni successivi. Siamo riusciti a rimanere compatti – non ho perso alcun collaboratore – e a crescere.
Sembra che tu abbia trovato un modo per far germogliare qualcosa di estremamente positivo da quell’immenso dolore…
Non avevo altra strada.
Oggi la nostra azienda impiega 30 persone (oltre ai lavoratori stagionali) e produce tecnologia di cui sono molto fiera, come gli shelter impiegati in diversi campi quali l’estrazione petrolifera. Costruiamo safety chamber (camere di rifugio per la protezione da incendi e fughe di gas). La nostra tecnologia è presente nel tunnel del Brennero in quello del Frejus, sulla Milano-Genova, lungo l’alta velocità ed esportiamo in tutto il mondo.
Questa storia racconta già molto di te e dello spirito che ti guida. Aiutaci a capire meglio: quali sono i valori e i principi rotariani che applichi quotidianamente in azienda?
Credo che essere rotariani faccia i conti con temi imprescindibili di etica e correttezza. Sento molto il senso della responsabilità sociale e, per me, il lavoro non è un mezzo per arrivare a condurre una vita agiata… il lavoro è dignità, è responsabilità. La nostra azienda ha sede in Cologno Monzese e rappresenta per le famiglie di chi ci lavora un punto di riferimento concreto. Ho un rapporto molto personale con tutti i collaboratori e nutro un grande rispetto per ognuno di loro perché penso sinceramente che siano la vera essenza dell’azienda: senza di loro la nostra realtà non esisterebbe.
Quindi, se parliamo di principi rotariani imprescindibili, ci riferiamo all’integrità, all’attenzione alla diversità (che significa anche avere cura delle differenti esigenze), e alla cura delle persone.
Cosa pensi che il Rotary possa fare per migliorare il mondo professionale?
Dobbiamo iniziare nelle scuole, incontrare i ragazzi di ogni età e raccontare loro, con il giusto linguaggio, i valori che stanno alla base del nostro sodalizio. Quello è il moneto in cui possono assorbire i nostri principi. Con i più grandi abbiamo anche l’occasione di accompagnarli nella scelta della loro strada che sia una professione, un percorso universitario o di specializzazione.
Solo aprendo un dialogo con loro possiamo sperare di raccontarci in modo comprensibile perché parlare di Rotary non è sempre facile, spesso dobbiamo faticare per far superare i pregiudizi. Tutto sarebbe più facile se solo riuscissimo a far vedere tutto ciò che facciamo sappiamo fare.
Quale ritieni che sia l’impegno etico di un rotariano nei confronti delle nuove generazioni?
Dobbiamo avere rispetto del loro tempo e accompagnarli come bravi mentori, cercando di leggere le loro aspirazioni e guidarli lungo una via giusta che tenga conto del rispetto e della correttezza.
Dobbiamo saperci mettere da parte quando è il momento e lasciargli il loro spazio.
Sembra che tu stia raccontando di qualcosa che può effettivamente accadere...
Certo che può accadere! Nel 2018 ho assecondato gli eventi e ceduto il posto a mia figlia Silvia, che già lavorava da tempo in azienda e che si occupava del reparto commerciale e della produzione. Oggi lei svolge il ruolo di direttore generale e io resto a disposizione con il mio ruolo nel consiglio di amministrazione.
Ti è mai capitato di ricevere formazione o aiuto da un giovane, magari inesperto professionalmente, ma capace di leggere panorami per te complicati?
Anche mio nipote lavora in azienda, lui si è laureato in economia e ha una visione del lavoro nuova che riesce a portare nuovo entusiasmo ogni giorno. Non so dire se imparo, ma certo mi piace vedere come le cose cambino e come la passione sia sempre il motore giusto per muoversi nella giusta direzione. Lui ha pensieri nuovi e io amo la freschezza della sua visione e la capacità di usare la tecnologia, ma trovo che dobbiamo ancora esercitare il nostro ruolo di guida etica.
I giovani di oggi sono molto diversi da noi, danno molta più importanza alla vita personale… per noi il lavoro aveva un ruolo più determinante, oggi la vita si imposta diversamente.
Ti conosco come una rotariana attiva, sei anche stata la fondatrice del Rotary Club Monza Villa Reale, come riesci a conciliare la tua vita professionale con quella nel Rotary?
Dipende tanto da come sei, io ho una grande energia, mi sveglio presto la mattina con una gran voglia di fare, la giornata è lunga e riesco davvero a fare molto… a dire il vero ricordo due anni durante i quali ho un po’ trascurato l’azienda, ma l’organizzazione era solida e non ha subito contraccolpi. In questi anni ho chiesto di avere un ruolo diverso nel club, proprio perché ci deve essere ricambio. Anche nel club è tempo di fare la rotariana un po’ più tranquilla, lasciando spazio ai giovani… ma sempre presente.